In verità non ho voglia di scrivere. E’ un periodo un po’ del cavolo, ma mi sento talmente confusa e abbattuta da non riuscire a tradurre in parole questa sensazione di malessere che mi opprime tutti i giorni.
Sono tutta una serie di piccole e grandi cose, al solito, al quale si sommano le beghe degli altri, al quale si somma un’estate che è già a mezzo e a me sembra appena iniziata e un mare che sembra lontanissimo, tutte le volte che mi avvicino mi sfugge dalle dita.
Ecchessarà mai una vacanza di un paio di giorni in tenda, si potrebbe pensare. Ci vai quando vuoi e non ti cambia certo la vita.
No, certo. Però me la migliora. E se mi conoscete un pochino sapete quanto è importante per me immergermi, dimenticare ogni cosa al di sotto del pelo dell’acqua salata, con le onde che mi strattonano e la sabbia che si solleva leggera. Ma più ancora di questo, al momento anche solo riuscire a partire mi starebbe a significare che sono (siamo) più forte degli imprevisti, delle discussioni, delle responsabilità non cercate, della fatica, delle avversità.
E invece non mi riesce nemmeno andare via due giorni.
Poi uno le domande se le fa, non è che può scamparle a lungo.
Meno male che è ancora estate.
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