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La quarantena continua, passa attraverso la neve, il vento tagliente e i prati di capolini dorati.
Passa attraverso me che provo a fare cose normali, ovvero strane, perché è la mia normalità far cose strane, soprattutto per i miei allievi piccoletti.
Passa attraverso i pensieri che si accumulano, si accatastano agli angoli delle porte e speri che passarci il bidone aspiratutto risolva il problema, manco fosse la bolgia dantesca che alberga sui sedili della pandina (che tanto ancora non ho messo in ordine nemmeno quella, quindi de che se chiacchiera).
Passa attraverso le mille domande in sospeso e la totale e assoluta mancanza di voglia di trovare le risposte… signorina, ma lei non sa, non può o non vuole? Eh signora, a saperlo…
Passa attraverso questo nuovo modo di fare vita sociale, di tenersi informati, di stare isolati affannandosi a riconnettersi con tutto. Di voler stare un po’ soli con se stessi e rendersi conto di quanto sia diventato difficile.
Passa attraverso la consapevolezza che a volte le cose che creiamo con tanta ispirazione, amore e passione non sono il nostro dono al mondo, ma un modo come un altro di liberarsi delle zecche che ci tormentano nel profondo. Lì per lì è un sollievo, no? Poi le guardi bene: diocristo, so’ proprio brutte. Chissà quante altre ce ne saranno laggiù, a sinistra del duodeno.
Passa attraverso le cose che avresti sempre voluto fare potendo stare a casa ma… porca miseria, ne avrai fatte tre in tutto. Niente è semplice come poteva sembrare. Te la vendono semplice, ma non è così semplice. Ma se la guardi bene non è nemmeno così difficile.
Passa attraverso la pila di libri che non diminuisce, perché in realtà hai un sacco, un sacco di cose da fare nonostante sembra che tu non stia lavorando affatto e no, il momento di leggere in pace non arriva mai.
Passa attraverso le chat bollenti. Le foto delle tavole imbandite. I video di chi ha voglia di regalare un pezzetto di poesia o strappare una risata a chi lo ascolta.
Passa attraverso questa primavera asciutta e volubile, a cui non interessa un fico secco di chi siamo noi, come stiamo noi, che accidenti faremo di qui a due mesi noi. E possiamo forse noi darle torto? E anche volendo, come?
Passa attraverso tutti e ci lascia qualcosa. Sta a noi capire e decidere cosa ci rimarrà di lei.
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